Pete Nelson ha fatto uscire 2 CD, The Restless Boys’ Club e Days Like Horses su etichetta Signature Sounds. Nel 2001 ha preso una breve pausa dalle esibizioni (20 anni) per crescere un figlio. È anche autore di trenta libri, tra cui I Thought You Were Dead, un romanzo autobiografico su un uomo e il suo cane parlante. È stato nominato dai Boston Music Awards come miglior esordiente nella categoria folk, ma ha perso contro una certa Patty Griffin. (Passim – Cambridge, MA, USA)
Trascrizione di una e-mail che mi ha inviato Pete Nelson il 9 febbraio 2019 in cui spiega il testo della canzone Norman:
“Norman è stato ispirato da un articolo di giornale, una storia vera di un uomo anziano che, confuso in una bufera di neve, finì nella piscina dei vicini. Lo trovarono subito, perché il portabagagli sul tetto dell’auto traspariva dal ghiaccio, ma io lessi l’articolo e pensai: “E se ci fossero stati altri quindici centimetri di neve? Sarebbe rimasto lì dentro tutto l’inverno”. Non so chi fosse il vero uomo, né se si chiamasse Norman. Nell’ultima strofa, l’ho associato a mio nonno, che prestò servizio in Francia durante la prima guerra mondiale. Quando stava morendo in ospedale, mia nonna entrava e il suo viso si illuminava e diceva “Simone!”. Ma non era il suo nome. Mi sono sempre chiesto chi fosse Simone. Nella canzone dico che era una ragazza che lavorava in una panetteria fuori Calais, ma in realtà non lo so.”