Americana Highways: Puoi dirci cosa ti ha ispirato a scrivere questa canzone e di cosa parla?
Holly Lerski: “Sweet Decline” nasce da questo momento intrigante mentre stavo guidando lungo la US 395 in California durante il mio secondo viaggio. È un percorso spettacolare, la 395. Alcune parti sono molto pianeggianti e diritte ma poi ci sono queste enormi montagne in lontananza. Ad un certo punto, le montagne davanti a me sembravano una persona sdraiata sulla pancia, la curva sembrava la curva della schiena di qualcuno. Era come un’illusione ottica: ho dovuto battere le palpebre. Mi ha fatto pensare alla mia ex e a una poesia che avevo scritto una volta sulla sua schiena. Mi ero dimenticato di lei e sentivo che finalmente stavo andando avanti. I viaggi su strada stavano aiutando. Ma eccomi di nuovo lì, a ricadere nel mio declino.
Americana Highways: Cosa speri che ottengano gli ascoltatori ascoltando la canzone?
Holly Lersky: Come per tutte le canzoni del mio nuovo album, spero che questa canzone faccia sì che le persone facciano un salto di qualità e viaggino da sole. C’è qualcosa di speciale nello sperimentare la vita e le persone quando sei da solo. Ti costringe a connetterti, anche quando a volte è difficile. Americana Highways
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Pete Nelson ha fatto uscire 2 CD, The Restless Boys’ Club e Days Like Horses su etichetta Signature Sounds. Nel 2001 ha preso una breve pausa dalle esibizioni (20 anni) per crescere un figlio. È anche autore di trenta libri, tra cui I Thought You Were Dead, un romanzo autobiografico su un uomo e il suo cane parlante. È stato nominato dai Boston Music Awards come miglior esordiente nella categoria folk, ma ha perso contro una certa Patty Griffin. (Passim – Cambridge, MA, USA)
Trascrizione di una e-mail che mi ha inviato Pete Nelson il 9 febbraio 2019 in cui spiega il testo della canzone Norman:
“Norman è stato ispirato da un articolo di giornale, una storia vera di un uomo anziano che, confuso in una bufera di neve, finì nella piscina dei vicini. Lo trovarono subito, perché il portabagagli sul tetto dell’auto traspariva dal ghiaccio, ma io lessi l’articolo e pensai: “E se ci fossero stati altri quindici centimetri di neve? Sarebbe rimasto lì dentro tutto l’inverno”. Non so chi fosse il vero uomo, né se si chiamasse Norman. Nell’ultima strofa, l’ho associato a mio nonno, che prestò servizio in Francia durante la prima guerra mondiale. Quando stava morendo in ospedale, mia nonna entrava e il suo viso si illuminava e diceva “Simone!”. Ma non era il suo nome. Mi sono sempre chiesto chi fosse Simone. Nella canzone dico che era una ragazza che lavorava in una panetteria fuori Calais, ma in realtà non lo so.”
Mary Balck – Without The Fanfare (1985 DARA Records)
WITHOUT THE FANFARE I know it’s the same old song I’m singing But this time these words are just for you That’s the only thing that’s new I know that I’ve sung about a million Borrowed lines and phrases from a few This one’s till as good as new Without the fanfare I love you By day I move words around like flowers I deliver by the afternoon “Cause the piper calls the tune” Today I made full use of the hours I explored the smallest avenue And that feeling still came through Without the fanfare I love you Sure I’ve lost my way sometimes But I’ve had to pay Sometimes I’ve gone completely overboard Moved a million phrases round, tried to make them leave the ground Still the only line that’s soared Bidding all the rest Adieu Sounding still as good as new Without the fanfare I love you Hello, do I still have your attention? I forgot to mention thanks again from the captain and the crew And so without the sweet perfume or roses I hope you can still believe it’s true Stripped of all that much ado Without the fanfare I love you Without the fanfare I love you | SENZA CLAMORE So che è la stessa vecchia canzone che sto cantando Ma questa volta queste parole sono solo per te Questa è l’unica cosa nuova So che ho cantato circa un milione di canzoni Ho preso in prestito versi e frasi da pochi Questa è ancora come nuova Senza clamore, ti amo Di giorno muovo le parole come fiori Le consegno entro il pomeriggio “Perché il pifferaio chiama la melodia” Oggi ho fatto pieno uso delle ore Ho esplorato la più piccola strada E quel sentimento è arrivato ancora Senza clamore, ti amo Certo, a volte ho perso la strada Ma ho dovuto pagare A volte ho esagerato completamente Ho spostato un milione di frasi, ho cercato di farle uscire dal terreno Ancora l’unico verso che si è alzato in volo Dando l’addio a tutto il resto Suonandolo ancora come nuovo Senza clamore, ti amo Salve, ho ancora la tua attenzione? Ho dimenticato di ringraziarvi ancora una volta da parte del capitano e l’equipaggio. E quindi senza il dolce profumo o le rose Spero che tu riesca ancora a credere che sia vero Senza tutto quel clamore Senza clamore, ti amo Senza clamore, ti amo |
Jon Busselo è un cantautore e produttore basco la cui musica combina folk e country alternativi, insieme a una varietà di altri stili musicali. Ha pubblicato il suo primo album originale, Transit, nel 2019, e il suo secondo album, Strangeland, nel 2020. Entrambi i dischi sono stati interamente registrati e mixati a casa da Jon e pubblicati indipendentemente. Jon Busselo vive a San Sebastian, Spagna.
Ascoltando Sarah Lee Langford il pensiero va a Mary McCaslin che ci piace ricordare per album come “Way Out West” (1974), “Old Friends” (1977), “Sunny California” (1979) e tutto quello che ha fatto assieme a Jim Ringer. Non sappiamo se Sarah Lee Langford si sia ispirata alla McCaslin, ma “The Hearted Rounder”, album di debutto, si rifà al passato ed attinge proprio al bacino che negli anni ’70 avevano creato Mary McCaslin, Joni Mitchell e i Flying Burrito Brothers. Musica semplice dalla quale traspira folk ed honky-tonk del sud, dell’Alabama, dove la vita trascorre lenta su di uno sgabello di un bar tra whiskey e una possibile occasione di libertà. Disordine e quiete e questioni che non cambiano sono le cose che ci racconta Sarah Lee Langford in un chichè che si perpetua e che appare ancora affascinante.
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Se c’è un artista che oggi incarna l’emblema del “cantautore dei cantautori” questo è il singer di Houston, TX Matt Harlan. “Troubadour” di primo grado, Matt ha portato le sue canzoni dalle fermate degli autobus ai coffee-shop e vive sui palchi del suo amato Texas, in tutti gli States ed anche in Europa.
“Raven Hotel” è sicuramente uno degli album più belli del 2014!!
John Gorka
“Working in corners” (by Nanci Griffith)
Recorded live in Rimini, Italy (Velvet Club)
March 3, 1992
Buon Natale 2009!